
Lo sgombro in scatola è un alimento molto presente sulle nostre tavole. Viene spesso chiamato in causa quando non si ha molto tempo di cucinare e il menù del pasto, sia esso pranzo o cena, prevede pesce. Quali sono i suoi benefici? Nelle prossime righe, risponderemo assieme a questa domanda concentrandoci in maniera specifica su quelli relativi al cuore.
I nutrienti dello sgombro in scatola
Partiamo assieme in un piccolo viaggio di scoperta dei nutrienti che caratterizzano lo sgombro in scatola. Esplorarli vuol dire chiamare innanzitutto in causa le proteine nobili, o proteine ad alto valore biologico. La loro peculiarità riguarda la presenza di tutti gli amminoacidi essenziali, ossia quelli che l’organismo umano non è in grado di sintetizzare.

In merito ai benefici per il cuore, la cui salute dipende in gran parte dal nostro stile di vita, ossia dalle scelte che facciamo a tavola e con il movimento, è doveroso citare il suo contenuto in acidi grassi essenziali omega 3. Ancora una volta, parliamo di nutrienti che l’organismo umano non è in grado di sintetizzare in maniera autonoma, motivo per cui devono essere assunti attraverso l’alimentazione o l’integrazione.
Nello sgombro in scatola è possibile trovare due tipologie specifiche di omega 3: si tratta dell’EPA, acronimo per acido acido eicosapentaenoico, e del DHA (o acido docoesanoico, la cui assunzione è particolarmente consigliata in gravidanza). Fondamentali per ridurre l’infiammazione sistemica – che, nei soggetti obesi, è costante e di basso grado – aiutano anche a prevenire le patologie metaboliche, molto pericolose per la salute del cuore.
Altri nutrienti preziosi nello sgombro in scatola
Lo sgombro in scatola, annoverabile nell’elenco dei pesci azzurri, è tra gli alimenti consigliati in una dieta perfetta per proteggere il cuore (lo schema ideale da seguire è quello della dieta mediterranea, considerata da sempre il miglior regime alimentare al mondo). Oltre ai nutrienti ricordati nelle righe precedenti, ne esistono altri che lo rendono speciale.

Tra questi è possibile includere la vitamina D, la vitamina A e alcune vitamine del gruppo B. La prima, che viene sintetizzata dall’organismo attraverso l’esposizione alla luce solare e tramite l’assunzione di alcuni alimenti, è importante per la salute delle ossa e per l’efficienza del sistema immunitario. Diversi studi effettuati negli ultimi anni hanno portato alla luce il suo ruolo nella riduzione del rischio cardiovascolare.
In che modo influisce su questo aspetto, basilare per la salute? Attraverso la modulazione dell’infiammazione sistemica, un fattore che influisce negativamente sulla salute del cuore. Inoltre, nel corso degli anni, svariati studi scientifici hanno permesso di associare bassi livelli di vitamina D a un maggior rischio di avere a che fare con l’ipertensione, uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare. Per quanto riguarda le vitamine del gruppo B, troviamo soprattutto la B2, fondamentale per la respirazione cellulare, e la B12, preziosa per la maturazione dei globuli rossi.
Lo sgombro in scatola ha meno nutrienti del pesce fresco?
Lo sgombro in scatola, soluzione di massima praticità nonché alternativa che aiuta a bypassare il problema della bassa resistenza di questo pesce al congelamento, è associato a numerosi interrogativi. Tra questi, rientrano le domande relative al suo profilo nutrizionale: è meno ricco rispetto a quello del merluzzo fresco? La risposta è negativa. Lo si può definire, a ragione, come praticamente sovrapponibile.

Dietro a questo risultato c’è una filiera alimentare di altissima qualità, caratterizzata da un’attenzione che non lascia nulla al caso per quanto riguarda i tempi, al trattamento del prodotto e alla cottura: questo focus permette di mantenere inalterato il profilo nutrizionale, in particolare il contenuto di proteine nobili e quello di grassi omega 3.
Fino ad ora, non abbiamo parlato di un innegabile vantaggio dello sgombro in scatola: questo pesce è privo di lische, il che è fantastico soprattutto quando si tratta di offrirlo ai più piccoli in svezzamento (anche se il pesce è un potenziale allergene, opportunamente privo di lische lo si può introdurre, sulla base delle più recenti linee guida, fin dai 6 mesi).
Lo sgombro in scatola ha controindicazioni?
Parliamo ora delle controindicazioni all’assunzione dello sgombro in scatola. La principale è l’allergia al pesce. Nei soggetti predisposti, può causare la sindrome sgombroide, un’intossicazione causata dall’ingestione di una quantità eccessiva di alimenti ricchi di istamina e condizione che deve il suo nome al fatto di essere correlata all’assunzione di pesci come il tonno e lo sgombro in scatola.

Un altro aspetto a cui fare attenzione quando si assume sgombro in scatola è il contenuto di sale. In un etto di prodotto, ne possiamo trovare circa 1 grammo, un quinto della dose giornaliera raccomandata dall’OMS per evitare problemi di pressione alta – e di cuore – e per prevenire la ritenzione idrica.
Al netto di queste situazioni, lo sgombro in scatola si può consumare liberamente, sbizzarrendosi anche con ricette creative. Qualche esempio? Un primo piatto come i fusilli con il pomodoro, al quale possono essere aggiunti dei filetti di sgombro in scatola per dare un tocco di carattere e sapore deciso alla preparazione.